Crisi.

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Esiste la crisi di mezz’età, e poi esiste la crisi di quando esci dal Liceo Classico con mille aspettative e aspirazioni e ti ritrovi a Bologna, a 261.50 km di distanza da casa, senza più alcuna convinzione o certezza. 

Ho pensato che iniziare a scrivere un blog potesse aiutarmi a riflettere, e che magari leggere nero su bianco i miei pensieri potesse aiutarmi a vedere le cose con un certo distacco, con un’obiettività che altrimenti non riuscirei a mantenere.
Di recente la mia testa si è trovata sotto attacco, bombardata senza pietà da domande sicuramente inutili e decisamente esagerate -le famosissime ‘seghe mentali’, che molti di voi sicuramente conosceranno-, e insomma mi sono ritrovata come un pesce fuor d’acqua, prosciugata di ogni volontà e di una qualsiasi traccia di motivazione.
In realtà in testa era tutto pianificato: nascita, asilo, elementari, medie, liceo, u n i v e r s i t à, lavoro, famiglia, prole, nipoti, morte. Perfetto.
E devo dire che fino al liceo è andato tutto liscio, senza intoppi, come tutti si aspettavano.

Elementari: ottimo.
Medie: dieci e lode.
Liceo: cento.
Perfetto.

Ho scritto  diversamente -come avrete notato- la parola ‘università’.
Guardate quanto spazio occupa, guardate quanto è ingombrante.
Ecco, è proprio così che la sento dentro la mia testa, la sento ingombrante, enorme, immensa.
Mi hanno sempre abituata a pensare che l’università fosse l’unica scelta, l’unica strada da percorrere una volta finito il liceo, ma ora mi sto rendendo conto che non è ciò che io voglio scegliere per me.
Io sento il bisogno di uscire, di mettermi alla prova diversamente, di usare la mia creatività e il mio cervello anche per altre cose. È come se fossi satura, piena fino al collo di libri e di studio e di esami e di voti.
Non so se sia stupido come pensiero, non so se voi pensate che lo sia, non so se avrò le palle di lasciare tutto, non lo so. So solo che vorrei concedermi la possibilità di sbagliare, di tentare, di cercare nuove strade.
E magari tra un paio d’anni potrei pure pentirmene, potrei pure pensare di essere stata una cretina a mollare gli studi così presto, ma ora come ora è ciò che sento, è ciò che mi servirebbe per sentirmi libera, per sentirmi veramente felice.

Credo.

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